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Salemi: una piccola cittadina con una grande storia

 

Nel cuore della Val di Mazara, tra splendide colline coltivate a vigneti e uliveti, si trova Salemi, iscritta alla lista dei Borghi più belli d’Italia dal 2016. La cittadina di Salemi sorge sulla città di Halyciae, costituita e abitata sin dall’antichità dagli Elimi, un popolo della Sicilia occidentale.
Nei secoli successivi, fu conquistata dai Romani, dai Greci-bizantini e infine vi approdarono i Berberi, cui si deve la denominazione “Salemi”.

Le origini

Vi sono differenti ipotesi sull’origine del nome, secondo la prima deriva dal figlio del comandante che conquistò Alicia, di nome Saleiman; per la seconda ipotesi il nome fa riferimento al “sale” per la presenza del fiume Salso che rendeva salmastre le acque che attraversavano le città; la terza ipotesi riprende il significato di “salam” cioè città salubre e sicura; infine, secondo l’ultima ipotesi, il nome deriva dal significato di “salem” cioè pace.

La città conobbe il suo splendore con la conquista degli Arabi, grazie ai quali furono introdotte nuove coltivazioni, come: arance, zafferano e melanzane. Alla dominazione Normanna si deve la costruzione del castello di Salemi, seguono le dominazioni degli Svevi, degli Angioini, degli Aragonesi e infine dei Borboni.

Il 14 maggio 1860 Garibaldi e i Mille entrano a Salemi, grazie all’aiuto del barone Giuseppe Triolo di Sant’Anna di Alcamo, in nome di Vittorio Emanuele, Garibaldi assume il governo della cittadina, dopo aver issato sulla cima del castello normanno la bandiera tricolore, dichiara Salemi capitale d’Italia, titolo che fu mantenuto per solo un giorno. L’avvenimento è ricordato dalla denominazione della Piazza del Municipio, chiamata anche “Dittatura”, e da una lapide qui posta.

Le varie catastrofi

Nel corso della sua storia, Salemi fu vittima di diverse catastrofi, nel 1270 fu colpita dalla peste e fu distrutta. Per evitare una nuova ondata, la popolazione chiese al Papa di avere un patrono che li proteggesse, la scelta avvenne per mano dei cittadini stessi.

Secondo la leggenda, il nome del Santo fu estratto tra quelli inseriti in una scatola e scritti dai cittadini, il primo estratto sarebbe divenuto il patrono; nella prima estrazione fu sorteggiato San Nicola di Bari, ma si decise di eseguire un nuovo sorteggio, poiché non esisteva alcun legame con il Santo, ma anche nella seconda e nella terza estrazione fu tirato fuori il bigliettino su cui era riportato il nome di San Nicola, fu quindi interpretato come un segno e il Santo divenne il patrono di Salemi.

Nel 1542 Salemi e le sue coltivazioni furono rovinate da un’invasione di cavallette, e la popolazione chiese l’intercessione di San Biagio. Una frana si abbatté nel 1740, sul convento dei Frati Cappuccini e sul convento dei Padri del Terz’ordine Francescano.

Nel 1968, il terremoto del Belice, recò gravi danni alle strutture del centro storico. In seguito furono costruiti nuovi complessi residenziali più distanti dal vecchio borgo medievale, che come un luogo senza tempo, richiama, con i suoi vicoli e le sue scale ripide, le atmosfere arabe antiche.
Le case del centro storico sono interamente costruite in pietra “campanedda” (“campanella”), estratta dalle cave vicine. 

Il castello normanno-svevo

Sul punto più alto della collina di Salemi sorge il castello normanno-svevo, costruito tra il 1077 e il 1130 da Ruggero il Normanno su precedenti fortificazioni greco-romano-arabe, modificato nel XIII secolo per volontà di Federico II di Svevia. Il castello a pianta trapezoidale con tre torri, fu circondato in epoca successiva da una doppia cinta muraria non più presente.
Si ha testimonianza di cinque porte:
• Gibli;
• Santa Maria;
• Aquila;
• Quercia;
• Corleone.
Esistevano, inoltre, due torri di guardia che sono state trasformate in due campanili, uno della Chiesa Madre e l’altro della Chiesa di Sant’Antonio. Probabilmente esisteva  una terza torre, non più presente.

Il Duomo San Nicola di Bari

L’Antico Duomo di San Nicola di Bari, sorge sulle rovine della Chiesa Madre medievale dedicata alla Madonna degli Angeli. Il luogo era già stato occupato da un tempio di Venere e in seguito da una moschea. La costruzione del Duomo fu avviata nel 1615, su un progetto di Mariano Smiriglio, fu terminata nel 1761.

Il terremoto del 1968 fece crollare solo una navata laterale, ma la struttura fu abbandonata e lasciata deteriorarsi, fino a quando il progetto di recupero fu affidato a Alvaro Siza, che riportò alla luce alcune rovine che affascinano molto.

L’attuale chiesa Madre costruita poco più avanti e dedicata a San Nicola di Bari, protettore di Salemi, ha una facciata in stile barocco e conserva al suo interno numerose opere recuperate dalla precedente Cattedrale.

Il Museo della Mafia

A Salemi è stato istituito nei locali dell’ex collegio dei Gesuiti il Museo della Mafia, dedicato a Leonardo Sciascia, è uno dei musei più espliciti e controversi della Sicilia. Nella prima sala troviamo dieci cabine elettorali, in ognuna delle quali si tratta un tema legato alla mafia, come nella cabina n.8 in cui è stata ricostruita una macelleria con le piastrelle sporche di sangue a richiamare i delitti efferati compiuti dai mafiosi, o come la cabina delle estorsioni, che prima di essere esposta fu bruciata, come furono bruciati molti negozi di chi rifiutava di pagare il pizzo.

Il museo espone, poi, numerose pagine e numerosi ritagli di giornale che permettono di ricostruire i 150 anni di storia della mafia siciliana. Vi è anche una sala dedicata all’abusivismo edilizio a Palermo e una sala dedicata all’appalto del sistema eolico in Sicilia, in mano ai mafiosi, che indisturbati poterono agire e guadagnare cospicue somme di denaro.

All’interno del museo troviamo inoltre tre sale per esposizioni temporanee, tra cui la mostra di Gaspare Mutolo, un pentito, che attraverso le sue opere racconta la Sicilia vissuta da mafioso, da carcerato e infine da uomo libero. Il percorso termina con una sala in cui è possibile visionare e ascoltare interviste degli esponenti della mafia, tra cui lo stesso Gaspare Mutolo che dipingeva quadri per il boss Luciano Liggio.

È da visitare, infine, il Museo del Pane Rituale, in cui sono esposti più di 1000 pani rituali di Salemi e di altri paesi siciliani, connessi alla devozione del Santo Patrono San Nicola di Bari e San Giuseppe.

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